Ci sono momenti nella vita in cui ci sentiamo… instabili e se sei qui è possibile che ti sia capitato, magari anche spesso.
Una sorta di disconnessione da noi stessi, come se la mente fosse altrove e il corpo rimanesse indietro.
Una precarietà che potresti avvertire sia a livello materiale che mentale, ma la sensazione rimane la stessa: è come se ci mancasse la terra sotto i piedi. E l’ho vissuta anch’io, tante volte.
In quei momenti ciò che ci insegna lo Yoga è di tornare in contatto con le nostre radici, le nostre fondamenta. In che modo?
Lavorando sull’energia del nostro 1° chakra, Maladhara. Ed è proprio ciò di cui ti parlo oggi.
Cosa troverai in questo articolo
Muladhara: il chakra della radice e il bisogno profondo di sentirsi a casa nel proprio corpo
Perché le posizioni di equilibrio in piedi lavorano così profondamente su Muladhara
Benefici psicologici delle posizioni di equilibrio nello Yoga | La mente torna alla terra
Le posizioni di equilibrio più efficaci per lavorare sul Primo Chakra
E quando il primo chakra è in squilibrio, ma in eccesso, cosa fare?
Fuori dal tappetino, quali attività riequilibrano Muladhara
Come approfondire se ti interessa questo tema
Muladhara: il chakra della radice e il bisogno profondo di sentirsi a casa nel proprio corpo
Muladhara si trova alla base della colonna vertebrale, a livello del perineo e la sua energia sostiene tutto il nostro modo di stare al mondo: nel respiro, nelle scelte che facciamo, nella modo di trattarci e nella nostra capacità di sentirci al sicuro.
Quando l’energia del nostro primo Chakra è in squilibrio (in difetto ossia la sua energia è bassa), questo disequilibrio si manifesta in modi molto concreti:
- sensazione di instabilità o precarietà, mancanza di un punto fermo interiore
- mente iperattiva, difficoltà a concentrarsi o anche solo a rimanere fermi
- disconnessione dal corpo
- bisogno di controllo o fuga dalle situazioni
- mancanza di radicamento, incertezza, stanchezza
Quando l’energia di Muladhara è in equilibrio invece accade qualcosa di semplice e potente:
il nostro corpo torna ad essere “casa”.
E torniamo a sentirci presenti e radicate, al sicuro dentro al nostro corpo, vitali e capaci anche di fermarci e rilassarci quando ne abbiamo bisogno.
Perché le posizioni di equilibrio in piedi lavorano così profondamente sul primo chakra
Gli asana (le posizioni) di equilibrio sono maestri nel riportarci in contatto con la terra, con le nostre fondamenta e sono ciò di cui abbiamo bisogno in questi momenti di squilibrio.
Non lasciano spazio alla distrazione, richiamano immediatamente la mente a concentrarsi su quello che gli stiamo chiedendo di fare e all’instante presente.
Sono posizioni che rafforzano gambe, i piedi e le caviglie, ci aiutano a migliorare la postura, aumentano la percezione di noi nello spazio (la cosiddetta propriocezione) e creano un contatto solido con il suolo.

Benefici psicologici delle posizioni di equilibrio in piedi nello Yoga
Quando pratichiamo le posizioni di equilibrio, la mente viene portata a rallentare. Torna a terra.
Si affinano concentrazione e focus, il vortice dei pensieri ripetitivi è interrotto per mantenere la posizione e torniamo finalmente a percepire il nostro corpo, ritrovando pian piano calma, lucidità e presenza
Se siamo distratte o abbiamo la mente presa da mille altri pensieri, perdiamo l’equilibrio.
Portando attenzione esclusivamente ciò che stiamo facendo, abbassando il volume dei pensieri, ritroviamo il nostro centro e una stabilità più profonda.
All’inizio possono sembrare asana impegnativi da mantenere, ma poi ogni piccola oscillazione diventa un insegnamento:
ci invitano alla pazienza, ci donano sicurezza e aiutano a riprendere spazio — sul tappetino come nella vita.
Un’altra caratteristica caratterizzante una persona con energia del primo chakra molto bassa è la tendenza a rimpicciolirsi, a prendere sempre meno spazio, quasi a voler scomparire.
Le posizioni di equilibrio ci aiutano a invertire questa tendenza: ci riportano in contatto con il peso e la solidità del nostro corpo, con il diritto profondo di sostenerci ed esistere a testa alta.
Queste posizioni saranno preziose nei momenti in cui senti la tua energia “dispersa” o instabile, quando percepisci la mente correre più veloce del respiro e fai fatica persino a percepire i piedi, il loro contatto con la terra.
(Le persone di costituzione Vata, riconosceranno al volo questo stato d’animo)
È in quella sensazione di disconnessione dal corpo, o nel bisogno di ritrovare centratura e presenza, che le posizioni di equilibrio dello Yoga diventano un vero ancoraggio a terra.
Le posizioni di equilibrio più efficaci per lavorare sul Primo Chakra
Tra gli asana che vogliamo includere nella nostra pratica quando abbiamo bisogno di ritrovare radicamento sicuramente ci sono:
- Vrksasana – L’Albero
- Garudasana – L’Aquila
- Virabhadrasana III – Il Guerriero III
- Ardha Chandrasana – La Mezza Luna
In generale tutte le posizioni di forza sulle gambe come anche il Guerriero II, Utthita Hasta Pādaṅguṣṭhāsana (letteralmente Posizione della mano che afferra l’alluce) e Utkatasana, la sedia.
Ognuna racconta un modo diverso di stare in equilibrio: ci richiedono forza, stabilità, espansione, leggerezza ma al contempo profondo radicamento.

E quando il primo chakra è in squilibrio, ma in eccesso, cosa fare?
Secondo l’Ayurveda, tutto ciò che esiste in natura è permeato da tre qualità fondamentali, chiamate guna: Sattva, Rajas e Tamas.
Quando queste energie si trovano in equilibrio, si parla di uno stato sattvico, caratterizzato da armonia, chiarezza e stabilità.
Quando invece l’energia tende verso il basso, manifestandosi come carenza, si entra in uno stato tamasico (la condizione di squilibrio che abbiamo affrontato sinora).
Al contrario, quando l’energia diventa eccessiva ci si definisce come ad uno stato rajasico.
I chakra non fanno eccezione in questo e così anche il primo chakra può entrare in una condizione rajasica, esprimendo le proprie qualità in modo quasi esasperato.
Questo squilibrio dell’energia del primo chakra in eccesso è particolarmente comune in chi ha una forte componente Kapha nella propria costituzione ayurvedica.
Cosa succede allora?
Quando l’energia di Muladhara è portata ai massimi livelli, le sue qualità naturali — stabilità, radicamento, senso di sicurezza — non ci sostengono più, ma iniziano ad appesantirci, a farci affondare.
Possiamo cominciare a sentirci lente, letargiche e pesanti, appunto.
Potremmo sviluppare un attaccamento eccessivo alle cose materiali, diventare guardinghe, avide o temere ogni cambiamento, come se la nostra sicurezza dipendesse solo da ciò che possediamo o da ciò che non vogliamo perdere.
Anche in questo caso, le posizioni di equilibrio vengono in nostro aiuto: ci riportano verso uno stato di radicamento sattvico, sciogliendo quella stabilità “troppo rigida” che abbiamo accumulato. Abbinate a leggere aperture del petto — che smuovono l’elemento aria e portano leggerezza — creano un grande beneficio (con questo dettaglio ci addentriamo nella sfera del 4° chakra che approfondiremo nelle prossime settimane).
Tra le posizioni più efficaci in questo caso abbiamo:
- Natarajasana, la posizione del Signore della Danza
- Ardha Chandrasana nella variante con la presa del piede (Ardha Chandra Chapasana)
- Anjaneyasana e Alanasana con un lieve inarcamento all’indietro
- Vrksasana, l’Albero, nella variante con le mani sopra la testa rivolte verso il cielo
Fuori dal tappetino: attività che riequilibrano Muladhara
Lo Yoga ci insegna che ciò che facciamo a livello fisico ha un impatto diretto sul nostro stato mentale ed emotivo.
Per questo, anche fuori dal tappetino, possiamo coltivare abitudini quotidiane che aiutano a riequilibrare Muladhara, sia quando la sua energia è carente sia quando è in eccesso.
Un’attività semplice e potentissima che ci aiuta a nutrire il nostro primo chakra è il giardinaggio: anche solo rinvasare una pianta ci riporta al contatto con la terra, rafforza il senso di radicamento, migliora il focus e ci riconnette al momento presente attraverso il tatto.
Le passeggiate all’aria aperta hanno lo stesso effetto benefico. Il ritmo dei nostri passi sulla terra crea immediatamente una sensazione di ancoraggio e, a seconda della velocità, può restituirci anche leggerezza e fluidità.
Quando l’energia di Muladhara è in difetto e sentiamo il bisogno di tornare al corpo e al nostro diritto di occupare spazio è fondamentale prenderci dei momenti di cura solo per noi: un massaggio, un trattamento o anche semplicemente cucinarci che amiamo con attenzione e amore sono gesti che nutrono profondamente l’energia del chakra della radice e ci riportano a noi stesse.
Se invece l’energia è in eccesso e avvertiamo pesantezza o stagnazione, attività più dinamiche come il ballo, il nuoto o la corsa diventano ottime alleate per smuovere e alleggerire, riportandoci in equilibrio.
Come approfondire se ti interessa questo tema
Se senti il bisogno di ritrovare stabilità, radicamento e presenza, questa settimana in studio stiamo lavorando proprio su Muladhara, il Primo Chakra. Trovi gli orari delle lezioni qui
Attraverso le posizioni di equilibrio in piedi, il lavoro sui piedi, la respirazione e la consapevolezza corporea, costruiamo insieme una base più solida da cui muoverti e a cui ancorarti, perchè questa sensazione dai confini del tappetino possa andare oltre sostenendoti anche al di fuori.
Per prenotare la tua prima lezione o regalarti un trattamento con le campane tibetane per ritrovare radicamento e stabilità puoi scrivermi direttamente su whatsapp

Consigli di lettura
Prima di concludere, come sempre, ti lascio qualche suggerimento di lettura per approfondire a casa il tema dei C hakra.
In questo ambito esiste un’autrice che spicca su tutte per autorevolezza, profondità di ricerca e contributo all’insegnamento dello Yoga: Anodea Judith.
È considerata la voce più affidabile sull’argomento e ha dedicato al sistema dei Chakra un grande numero di libri e studi.
Tutti i titoli che ti consiglio, come sempre, li ho letti e riletti personalmente: li utilizzo per creare le nostre lezioni e non mi stanco mai di tornarci, per la vastità delle informazioni che contengono e la loro straordinaria precisione.
Yoga e Chakra* – in assoluto il mio preferito, pratico e completo. Ci troverai posizioni e sequenze pensate appositamente per ciascun chakra.
Il libro dei Chakra* – Decisamente più teorico rispetto al precedente, qui troverai un approfondimento accurato degli aspetti psicologici ed emotivi legati a ciascun centro energetico: il momento di sviluppo di ogni chakra, le sue corrispondenze e il modo in cui si manifesta nella psicologia dell’essere umano. Un vero e proprio manuale di guarigione e autoanalisi.
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Conclusione
Il lavoro sul Primo Chakra ci insegna a tornare a noi stesse, un passo alla volta.
Un ritorno alla terra, alla realtà, al corpo. Alla parte di noi che vuole sentirsi stabile, sicura, presente.
Con lo Yoga ce ne prendiamo cura attraverso la pratica fisica degli asana, in particolare con le posizioni di equilibrio in piedi, spesso tra le meno apprezzate proprio perché sfidanti e talvolta fonte di frustrazione. Eppure, ogni oscillazione diventa un insegnamento.
Ogni respiro alla ricerca dell’equilibrio un modo per tornare a casa dentro di noi.
Se vuoi approfondire questo viaggio,
ti aspetto sul tappetino questa settimana: lavoreremo proprio su Muladhara, insieme!


