Yoga e Ayurveda - cos'è la medicina ayurvedica

Yoga e Ayurveda: le 2 scienze sorelle che ci restituiscono salute e equilibrio

Pratichi Yoga, hai sentito parlare di Ayurveda, ma non sai bene cosa sia?

A grandi linee sai che esistono 3 costituzioni ayurvediche, ma non hai idea da dove iniziare per capirci qualcosa e soprattutto scoprire qual è la tua?

Ogni ti porto con me alla scoperta di come l’Ayurveda, in combinazione con lo Yoga, possano venirti incontro nella vita di tutti i giorni aiutandoti a ritrovare equilibrio e benessere, rispettando la tua indole!

Qualunque essa sia 😉, lo vedrai!

Cominciamo!

Cosa troverai in questo articolo

Cos’è l’Ayurveda e la medicina ayurvedica

Cosa sono i Dosha e come (e perchè) scoprire la propria costituzione ayurvedica

Vata: cosa lo porta in squilibrio e come riequilibrarlo

Pratica Yoga per Vata

Pitta: cosa lo porta in squilibrio e come riequilibrarlo

Pratica Yoga per Pitta

Kapha: cosa lo porta in squilibrio e come riequilibrarlo

Pratica Yoga per Kapha

Yoga e Ayurveda – libri per approfondire

Come unire yoga e ayurveda

Cos’è l’Ayurveda e la medicina ayurvedica

Quando si parla di Ayurveda si fa riferimento alla Medicina Tradizionale Indiana.
Un sistema di guarigione della mente e del corpo che guarda all’esistenza dell’essere umano in modo olistico (quindi nella sua totalità) e lo cura sotto tutti gli aspetti possibili, da quello fisico a quello spirituale.

Attraverso diversi metodi di guarigione come l’alimentazione, il corretto stile di vita, l’uso delle erbe, la pratica dello Yoga, del pranayama e della meditazione, l’Ayurveda fornisce ad ogni persona gli strumenti per vivere la propria vita in armonia con la propria natura, alleviare disturbi e malattie e raggiungere la salute ottimale, sia mentale che fisica.

L’Ayurveda è a tutti gli effetti una scienza che fonda le sue radici millenarie negli insegnamenti dei maestri himalaiani e nella tradizione degli antichi testi indiani, gli stessi testi sacri dai quali è nato lo Yoga, i Veda.

Sviluppate nello stesso periodo storico e spesso influenzandosi a vicenda, Yoga e Ayurveda vengono considerate scienze sorelle che, nella loro unione danno vita ad una disciplina completa che trasforma e si prende cura dell’intera esistenza dell’essere umano.

Ma cosa vuol dire la parola Ayurveda?

In sanscrito il termine Ayurveda significa “conoscenza della vita” ed è composta da Ayu “vita” e Veda ”conoscenza (di se stessi)”.

Alla base del pensiero ayurvedico c’è il principio di universo come un Unico sè in cui tutto ciò che è materia è la manifestazione dei 5 elementi fondamentali (terra, acqua, fuoco, aria e etere) o di una loro particolare combinazione (Dosha) e per lo stesso principio ogni persona è caratterizzata da una sua costituzione individuale che la rende unica nelle proprie caratteristiche.

Cosa sono i Dosha, come (e perchè) scoprire la propria costituzione ayurvedica

I 3 dosha, Vata, Pitta e Kapha, sono le tre forze responsabili dei processi di trasformazione, crescita e invecchiamento nella vita biologica di ognuno di noi.

Ogni persona è caratterizzata da un tipo di costituzione individuale che è la combinazione dei 3 Dosha, in genere una predominanza di due Dosha in particolare.

Questa speciale combinazione determina la natura della persona, chiamata Prakriti, ossia tutte le abitudini e le tendenze fisiche, mentali ed emotive che sono innate in ognuno di noi.

Gli squilibri, cambiamenti più o meno passeggeri che riscontriamo durante il corso della vita e ci allontanano così dalla nostra costituzione originale sono indicati invece con il termine di Vikriti.

Perchè scoprire la propria costituzione ayurvedica

Supponiamo di non aver modo (o intenzione) di sottoporci a trattamenti ayurvedici (che siano massaggi in una clinica o interventi approfonditi di detox e riequilibrio di Panchakarma) o di rivedere lo stile alimentare per allinearlo il più possibile alla nostra individuale Prakriti e Vikriti sotto la guida di un medico ayurvedico specializzato.

Conoscere il proprio dosha permette a chi pratica Yoga di adattare la pratica non solo alla propria costituzione, ma anche ai sali e scendi di energia della vita di tutti i giorni, così che ciò che facciamo sul tappetino sia di reale beneficio per la nostra salute mentale, fisica e sottile.

Ci sono asana infatti (le posizioni dello Yoga), e anche pratiche più sottili di pranayama e meditazione che possono essere di grande aiuto ad esempio per una persona Pitta-Vata ridonandogli equilibrio e stabilità, mentre altamente squilibranti per una persona caratterizzata dal dosha Kapha.

E quindi ora immagino ti starai chiedendo…

Come scopro il mio dosha??

Per scoprire quale sia la nostra costituzione ayurvedica ci si può rivolgere ad un medico ayurvedico che attraverso l’analisi del polso sia in grado di determinare la nostra Prakriti ossia la nostra natura e la nostra Vikriti, gli eventuali squilibri più o meno momentanei.

In alternativa, per curiosità, si può anche ricorrere ad un test a risposta multipla come ce ne sono tanti online.

Basterà digitare “Test Ayurvedico per scoprire proprio dosha” su Google e provare a farne qualcuno per incrociare i risultati.

Per scoprire la tua Prakriti, ossia la tua natura primaria, rispondi alle domande che troverai nei test pensando a ciò che è sempre stata la norma per te.

Se per esempio hai generalmente sempre dormito bene, in maniera riposante e indisturbata, ma solo in quest’ultimo periodo hai un sonno leggero e frammentato, alla domanda specifica sul sonno rispondi in base a com’è sempre stato. La variazione della qualità del sonno di cui stai facendo esperienza adesso rappresenta la tua Vikriti (un allontanamento dalla tua natura primaria di questo preciso momento).

In caso ti interessasse approfondire l’argomento, al fondo del blog post ti do alcuni consigli di lettura che al loro interno includono test per scoprire il proprio Dosha ben fatti, chiari e attendibili (perchè no, non tutti lo sono purtroppo 😏)

Prima di entrare nel vivo delle peculiarità di ogni dosha però preferisco sottolineare una cosa importante:

Non c’è un Dosha migliore di un altro.

Ogni Dosha ha i suoi punti forti e dei punti deboli,
le proprie luci e le proprie ombre, proprio com’è nella natura di ognuno di noi.

Detto questo, andiamo!

Dosha: Vata

Combinazione di: Aria e Etere
Significato letterale della parola Vata: Vento.
Sede fisica: Colon, ma anche nella parte bassa della schiena, nelle cavità ossee del corpo, nelle articolazioni e negli organi cavi.

Vata è pura energia in movimento, la forza vitale primaria che sostiene gli altri due dosha, ma che al contempo si mantiene in equilibrio solo se in presenza della giusta quantità sia di Pitta che di Kapha.

Le persone Vata sono solitamente persone dalla corporatura esile e leggera con ossa sottili. Persone creative, sempre in attività, che sia attività fisica o mentale, in grado di adattarsi alle situazioni più disparate, agili nell’agire e nel pensare, anche se solitamente con scarsa memoria.

Amano cambiare spesso, non presentano grande resistenza e trovano difficoltà nel mantenere una routine quotidiana (nonostante averne una li aiuterebbe a stabilizzare la loro energia).

Fisiologicamente hanno appetito e digestione variabili e non la migliore delle circolazioni; il sonno leggero e irrequieto, la pelle tendente al secco e le articolazioni rigide e scricchiolanti.

L’avere spesso mani e piedi freddi è una caratteristica tipica dei Vata.

Cosa porta Vata in squilibrio

Ci sono delle situazioni o attività particolari che portano questo Dosha a perdere il suo equilibrio, come ad esempio:

Viaggiare, muoversi e parlare troppo, i suoni forti, essere esposti a stimolazioni continue, il dormire poco e male, vivere per periodi prolungati in climi freddi e secchi, fare pasti irregolari e la mancanza di una routine quotidiana portano Vata in disequilibrio.
L’autunno e l’inverno sono i momenti di maggiore scompenso per questo particolare Dosha.

Squilibri di Vata possono manifestarsi sotto forma di iperattività, impossibilità di stare fermi, confusione mentale, continua insoddisfazione, talvolta perdite di memoria e a fare esperienza frequente di emozioni correlate alla paura, al timore, all’ansia.

Se non curati a tempo e adeguatamente gli squilibri di questo Dosha portano le persone Vata a sviluppare disturbi legati alla rigidità come la cervicale, ma anche attacchi di panico, insonnia e in generale malattie correlate al sistema nervoso.

Come riequilibrare Vata nella vita di tutti i giorni

Ciò che ristabilisce l’equilibrio nei tipi Vata e li porta a stabilizzarsi sono invece accortezze come:

Stare al caldo, mangiare cibi caldi, umidi, calmanti.

Bere acqua calda durante il corso della giornata e ricercare abitudini regolari sono tutte cose che riportano Vata in equilibrio.

Fare bagni e docce calde per riattivare la circolazione specialmente nelle estremità del corpo e ritrovare una sensazione di calore interiore e radicamento aiuta le persone Vata a riportare l’elemento aria in eccesso, di nuovo in equilibrio.

Dedicarsi ad attività radicanti e manuali come il giardinaggio o in generale mettere le mani nella terra, che sia per travasare una pianta o stare nell’orto o rispolverare una passione sopita da tempo o che si voleva da tanto esplorare come la pittura, la ceramica o lavorare il legno, tutte attività che portino la persona Vata (che vive prevalentemente nella propria testa) in contatto con la terra riscoprendo il contatto con la materia.

Massaggiare il corpo con oli essenziali rilassanti, dolci e avvolgenti come quello di gelsomino, lavanda, cannella, timo, o l’olio di sesamo che svolge un’azione riscaldante ed emolliente, ed è anche ottimo per alleviare le screpolature o la pelle secca tipica delle persone Vata.

Pratica yoga per Vata

Le persone Vata beneficiano di pratiche delicate, mai estenuanti o affrettate, di un ambiente calmo e rilassante nel quale dedicarsi del tempo e riuscire a rilassarsi.

Saranno perfette pratiche composte da posizioni in piedi che ridonino stabilità, radicamento e forza (come tutti i guerrieri ed il triangolo- Trikonasana ad esempio), asana di equilibrio che riportino la persona in contatto col suo corpo e la facciano scendere dal piano esclusivamente mentale in cui vivono (come l’albero- Vrkasana, l’aquila – Garudasana e la mezza luna – Ardha Chandrasana).

Sono molto indicate anche le posizioni sedute che agiscono sulle anche, sulla regione pelvica e sacroiliaca che agiscono sui luoghi del corpo in cui Vata è maggiormente presente (come la posizione del ciabattino – Baddha Konasana o la posizione del muso di vacca – Gomukasana),

Tutte le posizioni di flessione in avanti che favoriscono la calma e l’abbandono come Uttanasana, Upavista Konasana, Pascimottanasa – la pinza saranno un toccasana per loro, mentre per quanto riguarda le posizioni di flessione indietro è importante che siano eseguite in maniera leggera e molto graduale.

Tendendo alla rigidità, è importante che i tipi Vata lavorino costantemente per mantenere la mobilità delle articolazioni e della colonna vertebrale.

I Vata hanno bisogno di calmare in profondità la mente prima di potersi rilassare in Shavasana a fine pratica ed eventualmente passare al pranayama (Ujjayi è molto indicata perchè riscaldante e calmante) e alla meditazione che sia incentrata sui temi del radicamento e della stabilità.

Se ti ritrovi nella descrizione di questo dosha, ho creato una pratica per riequilibrare l’elemento Aria e quindi calmare Vata che risponde a tutte queste caratteristiche!

(Clicca sulla foto per accedervi 🤓)

Mentre qui trovi 3 posizioni in sequenza per riportare il tuo Vata in equilibrio 👇🏼

Yoga e Ayurveda: come riportare in equilibrio vata

Dosha: Pitta

Combinazione di: Fuoco e Acqua
Significato letterale della parola Pitta: “il potere della digestione”
Sede fisica: intestino tenue, fegato, ma anche sangue e ghiandole sebacee.

Pitta è la forza che permette alle cose di maturare, è responsabile di ogni tipo di digestione e trasformazione che avviene nel corpo, sia fisica che mentale, quindi sia della digestione del cibo che ingeriamo, sia del nostro essere in grado di processare le emozioni e gli avvenimenti.

Pitta è responsabile del coraggio, della vitalità, del nostro sentirci motivati e decisi nella vita. Questo Dosha ha bisogno di Vata per trarne movimento e di Kapha per esser sostenuto proprio come il fuoco per continuare a bruciare ha bisogno sia dell’ossigeno (V) che del combustibile (K).

Le persone Pitta sono dotate di una natura impetuosa, di molta energia, iniziativa e grande forza di volontà. Sono dotati di grande intelligenza e acume, ambiziosi e competitivi con una tendenza alla leadership piuttosto spiccata.

Per costituzione naturale non tollerano il calore intenso, il sole o i lavoro duro.
Di corporatura media e con una buona muscolatura, hanno un metabolismo piuttosto rapido e un robusto appetito.

Un Pitta in equilibrio è disciplinato, prende in considerazione e rispetta le idee degli altri, è amichevole, coraggioso e capace di compassione e nutre una sana voglia di raggiungere obiettivi e traguardi nella vita.

Ma chiaramente se, per qualsiasi motivo non è in grado di incanalare le proprie energie nel modo giusto, proprio come Vata (e come vedremo anche Kapha) può andare in squilibrio.

Cosa porta Pitta in squilibrio

I momenti dell’anno in cui la temperatura sale ai livelli più alti e quindi l’elemento fuoco è naturalmente portato agli estremi sono i momenti in cui Pitta può riscontrare i più grandi disequilibri, sia a livello di energia che fisico attraverso scottature, eruzioni cutanee, infiammazioni, infezioni, scatti d’ira, rabbia, frustrazione e gelosia.

Oltre all’estate e all’eccessiva esposizione al calore, ciò che porta Pitta in squilibrio è ad esempio l’eccessivo esercizio fisico, il circondarsi di persone aggressive e competitive, le continue discussioni e il non avere modo di esprimere la propria energia.

Questo genere di situazioni sulle persone Pitta non fanno altro che fomentare l’elemento fuoco facendoli diventare eccessivamente critici, aggressivi, testardi, con una forte propensione alla rabbia, all’intolleranza ed a calpestare gli altri pur di raggiungere i propri obiettivi.

Come riequilibrare Pitta nella vita di tutti i giorni

Ciò che riporta l’elemento fuoco in equilibrio per i Pitta è l’evitare tutte quelle situazioni che aumentino la sensazione di calore che sia attraverso il cibo, la pratica dello Yoga (vedi sotto) o la vita quotidiana o lavorativa, prediligendo tutto ciò che li rinfreschi a livello emotivo e fisico.

Un passaggio d’acqua fresca al fondo della doccia come fare attività fisica nelle ore più fresche della giornata (Yoga incluso) aiuta a tenere l’elemento fuoco sotto controllo.

Particolarmente riequilibrante per un Pitta in escandescenze sarà il concedersi una bella nuotata o una passeggiata in natura in cui svuotare la mente.

Quando il dosha Pitta è in equilibrio anche il sangue e le secrezioni dell’intestino e dello stomaco sono in uno stato ottimale favorendo la digestione, la capacità di giudizio e di discernimento.

Pratica yoga per Pitta

Sul tappetino di Yoga i tipi Pitta dovranno ricercare delle pratiche in cui il focus principale si sposti dal raggiungimento di un obiettivo (o di una posizione a tutti i costi) a, invece, il momento presente e al godersi il tragitto per arrivarci.
Pratiche rinfrescanti, non troppo intense.

Posizioni di allungamento frontale come Uttanasana, Prasarita Padottanasana o Upavista konasana per il loro potere di abbassare la pressione sanguigna e calmare saranno d’aiuto.

Riportano in equilibrio Pitta tutti gli asana in grado di rimuovere la tensione dalla parte centrale del corpo, sede di Pitta.

Tutte le sequenze dedicate alla luna come i Chandra Namaskar (saluti alla luna) e le torsioni spinali da seduti come Ardha Matsyendrasana sono dei toccasana per ridurre l’elemento fuoco, senza spegnerlo del tutto, e aiutando invece a disintossicare il fegato.

Tutti i piegamenti all’indietro sarebbero da farsi con molta moderazione come anche le inversioni che aumentano la pressione sanguigna e fanno divampare il calore nel corpo.

La pratica di yoga per una persona Pitta dovrebbe concludersi facendoli sentire rinfrescati, equilibrati, rilassati.

Come pranayama Shitali, Seetkari e Chandra Bedha Pranayama sono i migliori per tenere sotto controllo il calore intenso di questo dosha, come tutte le meditazioni che girano attorno ai temi di Svadistana, il secondo chakra (il cui elemento è l’acqua) e l’osservazione del respiro per ritrovare calma e equanimità (tecnica di Apajapa).

Qui hai 3 posizioni da eseguire in sequenza per calmare rabbia e irritabilità, frequenti quando si Pitta è in squilibrio 👆🏼

Dosha: Kapha

Combinazione di: Terra e Acqua

Significato della parola Kapha : “ciò che tiene insieme le cose”

Sede fisica: parte superiore del corpo, polmoni, stomaco, sistema linfatico e pancreas, in genarale tutti luoghi del nostro corpo in cui c’è creazione di muco.

Kapha ha la funzione di contenere fisicamente gli altri due dosha, sia il calore di pitta che dell’energia eterea di vata. Ha al contempo bisogno di vata per esser stimolato e di pitta da cui prende il calore.

Kapha è associato alle qualità del vigore, della pazienza, della resistenza e della stabilità.
Le persone Kapha hanno infatti un’innata capacità di resistere (più delle altre costituzioni) ad esercizio e sforzo fisico di cui ha comunque bisogno per mantenersi in equilibrio.

I tipi Kapha sono quelli che sembrano amare di più la routine quotidiana, anche se uno strappo alla regola e un cambiamento ogni tanto potrebbero essergli di grande beneficio.

Hanno in genere una corporatura robusta, con ossa spesse e poca flessibilità.
Un appetito regolare, ma una digestione piuttosto lenta, così come lo è il loro modo di muoversi.

La fortuna di avere spesso un sonno profondo e prolungato unita a tutte le altre qualità citate sopra permette ai tipi Kapha di essere generalmente persone pacifiche, amorevoli, tolleranti, affidabili e soddisfatte della propria vita.

Un eccesso di Kapha può può portare questa paciosità e lentezza all’estremo causando disequilibri.
Vediamo in che modo.

Cosa porta Kapha in squilibrio

Il poco esercizio fisico, l’ozio, il dormire troppo, l’attaccarsi alle abitudini e alla routine, vivere in climi troppo umidi e troppo freddi porta Kapha in disequilibrio.

I sintomi di un eccesso di Kapha a livello di energia comportano il sentirsi apatici, tendenti alla depressione, la stanchezza immotivata e la sensazione di pesantezza, letargia e pigrizia.

L’avidità e la propensione ad accumulare beni materiali è un altro segnale di uno scompenso di questo dosha, come a livello fisico l’eccesso di muco, le congestioni in generale, l’essere in sovrappeso (o riscontrare condizioni di obesità), alti livelli di colesterolo e sviluppare problemi al cuore.

Come riequilibrare Kapha nella vita di tutti i giorni

Per ovviare alla pesantezza a cui porta un Kapha sbilanciato sarà vitale fare attività fisica costante, anche se graduale per stimolare il metabolismo, espellere tossine attraverso la sudorazione e tenere il livello di energia alto.

Rimanere attivi fisicamente e mentalmente aiuta le persone caratterizzate da questo dosha a contrastare la tentazione di scivolare in uno stile di vita troppo sedentario che appiattirebbe facilmente una persona con già tanto senso di radicamento nella sua costituzione individuale (Kapha = terra + acqua).

Modificare le proprie abitudini, mettersi alla prova, viaggiare, stare al sole come anche massaggi con oli stimolanti come l’olio di sesamo, bagni caldi con olio essenziale di eucalipto che dà grande beneficio all’apparato respiratorio, sono tutte pratiche che riequilibrano questo dosha.

Pratica yoga per Kapha

Le sequenze di posizioni energiche, stimolanti e fluide come i saluti al sole, i vinyasa sono le pratiche di maggior aiuto e beneficio per i tipi Kapha che dovrebbero essere spinti a sfidare un po’ i propri limiti andando oltre la letargia ed il senso di pesantezza.

Tutte le varianti dei guerrieri come tutte le posizioni in piedi che richiedano forza e magari anche torsione (come il triangolo allungato in torsione – Parivritta Parsvakonasana) ed il Triangolo invertito (Parivritta Trikonasana) sono le migliori per riscaldare e stimolare.

Le posizioni che aprono il torace come le posizioni di piegamento indietro me sono le migliori per contrastare la chiusura del petto e favorire l’espansione del torace, zona del corpo in cui Kapha si accumula.

A meno che non ci si trovi in uno stato di agitazione mentale (in cui allora sono consigliate), le posizioni di piegamento in avanti come Pascimottanasana – la pinza, Upavista Konasana (posizione seduta dell’angolo) o Janu Sirsasana (Posizione della Testa al Ginocchio) non risultano adatte a questo genere di costituzione perchè di per sè asana troppo calmanti.

Le posizioni sedute risultano eccessivamente limitanti e radicanti per i tipi Kapha, mentre pratiche di pranayama riscaldanti e veloci come Kapalabhati e Bastrika, stimolando la regione dell’ombelico e innalzando l’elemento fuoco, donano loro una sferzata di energia.

Per la stessa ragione, meditazioni mirate ad alzare il livello d’energia dei chakra più alti (dal 4° al 6°) sono le più indicate ad aiutarli a ritrovare il senso di leggerezza, apertura e spazio.

Per contrastare la sensazione di pesantezza, letargia e apatia tipica di un Kapha in squilibrio, qui trovi 3 posizioni in sequenza da eseguire in quei momenti 👇🏼

Yoga e Ayurveda: come riportare in equilibrio Kapha

Yoga e Ayurveda – libri per approfondire

Ora che hai individuato tutte le caratteristiche di ogni Dosha e forse hai anche individuato la tua costituzione ayurvedica personale, è possibile che voglia approfondire o fare un test ayurvedico attendibile per toglierti ogni dubbio! Ti consiglio qualche libro!

Senza dubbio Yoga e Ayurveda di David Frawley.
Uno dei maggiori esperti in questo campo che ha scritto svariati libri sull’argomento e questo è quello che ti consiglio io!

Un libro da leggere e rileggere, con test ayurvedico annesso, spiegazioni accurate e approfondite per ogni dosha sia per quanto riguarda l’aspetto fisico, che mentale che sottile, insomma un gioiello.

La parte iniziale dedicata alla filosofia inoltre è particolarmente interessante per avere una visione più ampia del contesto filosofico in cui questa disciplina si è sviluppata assieme alla pratica dello Yoga.

Tra i libri di questo stesso scrittore, segnalo anche Ayurveda e la Mente

Mentre se ti interessa approfondire l’aspetto dell’alimentazione (che merita un capitolo a parte e volutamente non è stato trattato in questa sede non essendo il mio campo) ti consiglio “La Cucina Ayurvedica” scritto a quattro mani da Amadea Morningstar e Armilla Desai e di cui David Frawley ha curato l’introduzione!

In questo libro troverai una parte iniziale di spiegazione approfondita molto interessante su come ogni costituzione ayurvedica si interfacci al cibo, alla sua digestione e assimilazione, mentre nella seconda parte un ricettario dedicato ad ogni Dosha e per ogni stagione 🍃

Ovviamente anche questo contiene al suo interno un accurato test ayurvedico per scoprire il proprio Dosha!

Ed ora ti lascio alla tua esplorazione!

Scrivimi a info@soulpaceyoga.com per dirmi come va e se hai qualche dubbio che possa aiutarti a sciogliere!

Nei prossimi mesi vorrei portarti a scoprire questa disciplina più da vicino sotto forma di eventi,

ma nel frattempo tratteremo i 3 dosha in maniera pratica e approfondita a lezione!

Qui hai tutti gli orari in caso volessi unirti al gruppo di pratica!

A presto,

Alessandra

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